|
Metafile di: Leggero, leggero |
data |
2000-03-05 |
autore |
Gianfranco Novo |
titolo |
Leggero, leggero |
genere |
Emozioni |
contatore |
812 |
| Leggero, leggero |
Mi alzo piano dalla poltrona, mi sento leggero, i miei piedi sfiorano appena il pavimento.
Lei è intenta a lavorare a maglia, non alza la testa; neppure quando mi dirigo verso la porta.
Fuori l'aria è fresca e asciutta, il clima mite della sera mi fa dimenticare la fatica e la lunghezza del percorso. Cammino sereno, l'aria sul viso, la testa piena di ricordi.
Penso ad una ragazza flessuosa, gli occhi sgranati, l'attenzione rivolta sempre verso di me.
L'istinto mi conduce senza incertezze, senza consapevolezza, al luogo natio. La mia casa, là nel piccolo paese addormentato, è ormai diroccata, ma quella di fronte, la sua, è miracolosamente intatta.
Non mi stupisco quando la vedo affacciarsi: è notte e lei si prepara ad andare a letto, guarda a destra e a sinistra, spera di vedermi.
Di solito cammino avanti indietro per l'unica strada del paese, parlando con un amico nottambulo e guardando, di quando in quando, verso la sua finestra.
Questa volta lei non mi vede, perché sono in ritardo di trent'anni, sono al primo piano della casa di fronte, la osservo mentre la delusione si dipinge sul suo viso e questo mi riempie di gioia e di tristezza.
Quante volte ho sognato di vederla andare a letto!
Non è difficile passare dalla mia camera alla sua: semplicemente mi trovo di là.
Tutto si svolge come avevo immaginato: lei si spoglia rivolta verso l'armadio, mette una leggera vestaglia e, dopo aver guardato ancora una volta dalla finestra, si corica.
Mentre si rilassa pigramente sotto le coperte, le sfioro la fronte con le mie labbra, poi mi siedo per terra, mi appoggio al letto e le prendo la mano; forse mi ha sentito o sta facendo lo stesso mio sogno, perché appoggia l'altra mano sopra le mie, mentre il suo volto si distende in un dolce sorriso.
Ora ha un vestito primaverile: il busto aderente mette in evidenza la vita sottile e la gonna aperta lascia libere le gambe scattanti. Mi invita a correre, siamo in un campo fiorito, più avanti c'è la nostra fontana: l'acqua è fresca e dissetante.
Non so da quanto tempo sono seduto vicino al suo letto, né so dire che cosa mi costringe ad alzarmi e tornare sulla strada.
Fa freddo anche se ormai è estate, ho un brivido, guardo tristemente la mia vecchia casa e mi avvio verso la città.
Devo percorrere molti chilometri per raggiungerla, ma non mi preoccupo perché ho tutto il tempo che serve.
Quando rientro lei sta ancora lavorando a maglia, non alza la testa e non mi vede. Senza parlare torno a sedermi sulla mia poltrona, non si è accorta che sono uscito e non devo darle spiegazioni.
Padova 2000-03-05 Gianfranco Novo
|
|
Letture totali di Emozioni: |
0 |
|
vai all'Istogramma delle letture
|
|