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Metafile di: Il labirinto dell io penso |
data |
2002-10-29 |
autore |
Gianfranco Novo |
titolo |
Il labirinto dell io penso |
genere |
Autocoscienza |
contatore |
827 |
| Il labirinto dell io penso |
Sono qui che batto questo tasto (la lettera “o”) e penso: chi è questo io che guida i miei pensieri? Non posso essere io, che sono guidato, perché non sono di materia tale da scrivere me stesso. Quando io penso a io che penso, se fossi proprio io, cadrei in un circolo vizioso senza fine, e sarebbe la paralisi.
E invece ne esco tranquillo, lasciandomi il circolo vizioso alle spalle, nel passato.
E all'improvviso, senza che me l'aspetti io salto da un'altra parte del mio cervello, del mio pensiero, e penso alle mie gambe, alla mia mano, che non è me, ma mi permette di dire: sono qui che batto questo tasto (la lettera “o”) e penso.
Eccolo il circolo vizioso! L'ho fatto più lungo (rispetto all'io penso che penso) solo per farmi capire che, se ne vengo fuori, c'è qualcuno (io) che mi guida, un io che scrive (o legge) la mia memoria come io sto scrivendo la memoria del mio computer.
Anche tu ora (nel mio futuro) che leggi quello che ora (nel tuo passato) sto scrivendo, così come sei guidato dal mio scritto (altrimenti non lo staresti leggendo e ti saresti già fermato seguendo i tuoi pensieri), anche tu quando abbandonerai la lettura (magari perché pensi che sto scrivendo delle stupidaggini, ma, ripeto, se mi stai ancora leggendo significa che il giudizio non l'hai formulato tu, ma io; infatti tale giudizio “sono stupidaggini” era già nella tua mente, ma non l'avevi ancora percorso) sarai guidato da io.
Anche tu, dicevo, sarai guidato da un io che ti scrive: che scrive i tuoi pensieri e che saltando, all'improvviso, ad un'altra parte del tuo cervello, del tuo pensiero, ti farà pensare alle tue gambe, alla tua mano, quella che stringe dolcemente il mouse, senza che tu te l'aspetti, così come io, ora (nel mio presente e nel tuo presente) ti ho condotto a farlo.
Anche tu, mentre abbandonerai la lettura e crederai di seguire i tuoi pensieri, ricordati che c'è un io che ti guida e che ti lascia credere di essere te (forse solo per evitare che ti ribelli), ma non puoi essere tu (tu non è di quella pasta, ma solo io lo è) e se non ci credi... scrivo ancora un po' e tu mi segue, come un cagnolino, e beve fino in fondo il calice amaro della sua estraneità a io, finché io lo lascio... a l'io del tu.
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